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Introduzione del Presidente EPPI

I processi di transizione e le trasformazioni che negli ultimi anni stanno investendo la nostra vita professionale e personale sono ormai ben noti: rivoluzione digitale ed intelligenza artificiale, sostenibilità ambientale e conversione energetica, innovazione delle competenze e formazione continua, sono solo alcune delle sfide che ci troviamo ad affrontare come portatori di conoscenza tecnica e rappresentanti di una professione intellettuale.

Fin dalla sua fondazione, l’EPPI ha inteso interpretare il proprio ruolo istituzionale contemplando il duplice obiettivo di garantire adeguate future pensioni, sostenere il lavoro quotidiano dei colleghi professionisti periti industriali, oltre coloro che si trovassero in situazioni di necessità.

Per raggiungere questi obiettivi, in un contesto economico, politico e sociale in continua e rapida evoluzione, occorre aprirsi all’ascolto e portare lo sguardo oltre ciò che pratichiamo per consuetudine, per acquisire quegli elementi di conoscenza che permettono di modulare ed adeguare la nostra azione in base ai cambiamenti che ci riguardano. Ecco perché che siamo chiamati a tutelare nel presente e nel futuro, nelle loro caratteristiche demografiche, nell’evoluzione dei loro bisogni e necessità, è il prerequisito fondamentale per svolgere al meglio il nostro lavoro ed essere punti di riferimento e di supporto per i nostri colleghi iscritti periti industriali.

I presenti risultati dell’indagine questionaria, condotta in collaborazione con Mefop, tra i più importanti istituti di ricerca del Paese in tema di lavoro e welfare, prende le mosse proprio da questo obiettivo. Partendo dal progetto d’analisi di qualche anno fa, abbiamo voluto aggiornare dati e informazioni che descrivono la platea dei nostri iscritti, cogliendo così l’evoluzione della loro percezione rispetto alla professione e cosa ritengono maggiormente necessario in questa fase storica per migliorare la propria condizione lavorativa e privata: in maniera evolutiva, è stato possibile raccogliere mutamenti e trasformazioni su questi temi.

Ci siamo così messi in ascolto dei nostri colleghi iscritti: punto di partenza per avviare a nostra volta una riflessione su come realizzare servizi sempre più di qualità e validi per il benessere dei periti industriali di oggi e di domani.

Buona lettura!

Il Presidente
Per. Ind. Paolo Bernasconi

1 L’indagine

L’indagine EPPI del 2023 ha segnato un importante passo avanti nella comprensione delle esigenze e delle aspettative degli iscritti alla cassa di previdenza dei periti industriali. Somministrata tra il 28 novembre 2023 e l’8 gennaio 2024, ha visto la partecipazione di 2.957 iscritti, di cui 2.954 risposte sono state considerate valide. Questo numero rappresenta un incremento significativo rispetto all’indagine del 2017, la quale aveva raccolto 2.504 questionari correttamente compilati, attestando così un crescente interesse e coinvolgimento da parte degli iscritti nelle tematiche di welfare e previdenza.

L’incremento del numero di partecipanti nel 2023 rispetto al 2017 evidenzia non solo una maggiore attenzione degli iscritti verso le attività e le proposte di EPPI ma anche un ampliamento dell’engagement e della rappresentatività dell’indagine stessa. Questo aspetto sottolinea l’importanza crescente del welfare e del supporto che EPPI fornisce ai suoi iscritti, in un contesto di evoluzione continua delle esigenze professionali e personali dei periti industriali.

1.1 I rispondenti

Riportiamo di seguito i dati principali dei soggetti che hanno risposto al questionario. Dato il basso numero di donne iscritte, non si utilizza la variabile del sesso per valutare la rappresentatività del campione. Si considerano invece l’area geografica di appartenenza e la classe di età.

Figura 1: Distribuzione del campione di intervistati
(a) per Classe di età
(b) per Area geografica

1.2 Rappresentatività del campione

Valutiamo come si distribuisce la popolazione di EPPI sulle medesime variabili e confrontiamo come le due variabili di stratificazione si incrociano con la distribuzione della platea di iscritti.

Tabella 1: Confronto platea e campione.
Classe di età Area geografica % Platea iscritti % Campione rispondenti
fino a 34 anni Centro ⁠1,34 ⁠1,08
35-65 anni Centro ⁠11,5 ⁠12,31
oltre 65 anni Centro ⁠6,5 ⁠5,36
fino a 34 anni Nord Est ⁠2,27 ⁠2,44
35-65 anni Nord Est ⁠17,08 ⁠26,07
oltre 65 anni Nord Est ⁠10,3 ⁠11,59
fino a 34 anni Nord Ovest ⁠2,35 ⁠1,46
35-65 anni Nord Ovest ⁠19,21 ⁠18,31
oltre 65 anni Nord Ovest ⁠12,43 ⁠9,05
fino a 34 anni Sud e Isole ⁠0,97 ⁠0,71
35-65 anni Sud e Isole ⁠11,07 ⁠8,78
oltre 65 anni Sud e Isole ⁠4,98 ⁠2,85

Il campione è abbastanza rappresentativo della popolazione, sebbene vi sia una presenza di soggetti fra i 35 e i 65 anni residenti nel Nord Est molto elevata rispetto alla platea di iscritti. Altre categorie che presentano una maggiore o minore presenza rispetto alla popolazione sono comunque meno numerosi a livello di popolazione, quindi meno influenti. A ogni rispondente sarà quindi applicato un peso per ottenere una distribuzione più coerente con la platea di riferimento e informazioni maggiormente utili alle analisi.

Le analisi che seguono sono quindi frutto dell’applicazione dei pesi.

Nota bene: essendo i valori visualizzati frutto dell’aggregazione dei pesi, valori vicini all’1, ma caratterizzati da diverse cifre decimali, in alcune tabelle potrebbero sorgere discrepanze dovute all’approssimazione all’unità. Per esempio in una tabella potremmo vedere che il totale di soggetti afferenti a una categoria è pari a 205 e in un’altra a 204.

2 Le caratteristiche del campione

2.1 Il profilo degli intervistati

Nel 2023, l’indagine EPPI ha coinvolto 2.950 periti industriali iscritti, testimoniando un’ampia rappresentatività del campione rispetto all’universo di riferimento. Questo segna un incremento nel tasso di partecipazione rispetto al 2017, dove i rispondenti erano 2.504, riflettendo un crescente interesse verso le tematiche affrontate dall’indagine.

Si veda Tabella 2 per la distribuzione del campione in base a diverse categorie.

2.1.1 Distribuzione Demografica

  • Età: La distribuzione per età nel 2023 mostra una predominanza dei professionisti tra i 35 e i 65 anni (circa il 60%), seguiti da un significativo numero di partecipanti oltre i 65 anni (34%), e una minoranza sotto i 34 anni (7%). Nel 2017, il 70% del campione era compreso tra i 35 e i 65 anni, il 16,8% oltre i 65 anni, e il 13,3% sotto i 35 anni, evidenziando una tendenza all’invecchiamento del campione nel corso degli anni.

2.1.2 Distribuzione Geografica

  • Area geografica: La distribuzione geografica del 2023 rivela una maggiore partecipazione dal Nord Ovest (34% delle risposte) e Nord Est (quasi il 30%), seguita da Centro (19,4%) e Sud e Isole (17%). Nel 2017, si notava una prevalenza della componente settentrionale (39,4% nord est e 30,2% nord ovest) con una minore rappresentanza del Sud e delle Isole (12,7%).

2.1.3 Situazione Economica

  • Reddito netto annuo: Nel 2023, il segmento più numeroso si colloca tra i 15.000 e i 50.000 euro annui, con una minoranza che dichiara redditi oltre i 75.000 euro. Comparativamente, nel 2017, più del 50% dichiarava un reddito fino a 30mila euro, indicando una leggera evoluzione nella distribuzione del reddito tra gli iscritti.

2.1.4 Situazione Familiare

  • Situazione familiare: Circa il 75,8% degli intervistati nel 2017 era coniugato o convivente, e il 52,8% aveva figli conviventi, un dato che rimane sostanzialmente invariato nel 2023.

Questi dati riflettono non solo la dinamica demografica e professionale degli iscritti EPPI ma anche l’evoluzione delle loro condizioni economiche, della situazione familiare, indicando aree di potenziale intervento e supporto da parte dell’EPPI per rispondere efficacemente alle esigenze dei suoi iscritti.

Tabella 2: Distribuzione degli intervistati in base a varie categorie
(a) Classe di età
Risposte Soggetti %
fino a 34 anni ⁠205 ⁠6,9
35-65 anni ⁠1.736 ⁠58,8
oltre 65 anni ⁠1.009 ⁠34,2
Totale ⁠2.950 ⁠100
(b) Sesso
Risposte Soggetti %
Femmina ⁠56 ⁠1,9
Maschio ⁠2.894 ⁠98,1
Totale ⁠2.950 ⁠100
(c) Area geografica
Risposte Soggetti %
Nord Ovest ⁠1.003 ⁠34
Nord Est ⁠874 ⁠29,6
Centro ⁠571 ⁠19,4
Sud e Isole ⁠502 ⁠17
Totale ⁠2.950 ⁠100
(d) Reddito netto annuo
Risposte Soggetti %
Preferisco non rispondere ⁠286 ⁠9,7
Fino a 15.000 euro ⁠415 ⁠14,1
15.000-30.000 euro ⁠723 ⁠24,5
30.000-50.000 euro ⁠738 ⁠25
50.000-75.000 euro ⁠416 ⁠14,1
75.000-100.000 euro ⁠221 ⁠7,5
Oltre 100.000 euro ⁠152 ⁠5,2
Totale ⁠2.950 ⁠100
(e) Stato civile
Risposte Soggetti %
Celibe/Nubile ⁠361 ⁠12,2
Coniugato/a- Convivente ⁠2.324 ⁠78,8
Divorziato/a ⁠111 ⁠3,8
Separato/a ⁠91 ⁠3,1
Vedovo/a ⁠63 ⁠2,1
Totale ⁠2.950 ⁠100
(f) Presenza di figli conviventi
Risposte Soggetti %
No ⁠1.616 ⁠54,8
⁠1.334 ⁠45,2
Totale ⁠2.950 ⁠100

2.2 Il livello di istruzione

L’indagine EPPI del 2023 ha rivelato notevoli cambiamenti nel livello di istruzione dei periti industriali (Figura 2). Mentre nel 2017, il 91,6% del campione possedeva al massimo un diploma di scuola secondaria di secondo grado, il 7,6% aveva conseguito una laurea e solo lo 0,8% aveva proseguito fino al livello post laurea, nel 2023 si osserva una diversificazione maggiore: l’88,5% ha un diploma, il 10,8% una laurea e lo 0,7% un titolo post-laurea.

La tendenza verso un aumento del numero di laureati tra gli iscritti EPPI rispecchia una crescente valorizzazione dell’istruzione superiore nel campo della perizia industriale. Sebbene il numero di coloro che hanno proseguito gli studi fino al livello post-laurea rimanga relativamente basso, il leggero incremento dei laureati dal 2017 al 2023 sottolinea un’evoluzione nel profilo educativo degli iscritti.

Questo cambiamento nel livello di istruzione degli iscritti EPPI potrebbe riflettere variazioni nei requisiti di accesso alla professione o una maggiore inclinazione verso l’approfondimento e la specializzazione in aree specifiche del settore. L’incremento dei laureati suggerisce anche che l’EPPI potrebbe dover considerare l’offerta di servizi e supporti formativi più mirati per rispondere alle esigenze di un pubblico con un background educativo più elevato.

In sintesi, il crescente livello di istruzione tra gli iscritti EPPI indica un progressivo avanzamento verso una professionalizzazione più marcata nel settore della perizia industriale, che potrebbe aprire nuove opportunità di sviluppo e specializzazione per l’ente e i suoi membri.

Figura 2: Distribuzione per titolo di studio

La principale specializzazione del diploma di perito industriale resta quella in elettrotecnica e automazione (Figura 3), in particolare tra i più giovani. Tra le specializzazioni più diffuse vi sono l’edile, la meccanica, la termontecnica e l’elettronica industriale.

Figura 3: Le principali specializzazioni dei diplomi di perito industriale conseguiti, per classe di età (valori in %, erano possibili più risposte)
(a) fino a 34 anni
(b) 35-65 anni
(c) oltre 65 anni

Indagando sulla propensione degli iscritti attivi non pensionati a un’eventuale frequenza di un corso di livello universitario, si nota una sostanziale tendenza a non voler perseguire tale strada, dato in aumento da un 60% circa nel 2017 a oltre il 70% nel 2023 (Figura 4).

Allo stesso modo si è ridotta la quota di coloro che attualmente non frequentano un corso universitario, ma che vorrebbero farlo in futuro (dal 30-40% al 25% circa).

Figura 4: Iscritti attivi non pensionati che frequentano/intendono frequentare in futuro un corso universitario, per titolo di studio (valori in %)

2.3 Lo status professionale

L’indagine ha coinvolto sia gli iscritti in attività non pensionati, che costituiscono l’84% del campione, sia i non attivi, pari al restante 16% (Figura 5). Rispetto all’indagine del 2017, la nuova rilevazione ha coinvolto una percentuale di non attivi molto più elevata (nel 2017 erano solo il 7,1%).

Buona parte degli iscritti attivi non percepisce alcuna pensione, sebbene almeno il 27% di loro abbia una pensione da EPPI o da altro ente pensionistico (o entrambe).

Figura 5: Distribuzione degli iscritti all’EPPI, per status professionale
(a) Attivi vs non attivi
(b) Distribuzione degli iscritti attivi in EPPI, in base all’eventuale tipologia di pensione percepita (valori in %, erano possibili più risposte)

Tra gli attivi, l’83,5% esercita la professione in maniera esclusiva (dato analogo al 2017), per la gran parte come libero professionista individuale. Tra quelli che svolgono anche un altro lavoro, due terzi svolgono comunque l’attività di perito in maniera continuativa e circa la metà è anche dipendente (Figura 6 e Tabella 3).

Figura 6: Distribuzione degli iscritti attivi
(a) per modalità di esercizio della libera professione
(b) per tipologia di professionista (in %)
Tabella 3: Iscritti attivi che svolgono un altro lavoro. “Svolgi anche un’attività di lavoro dipendente o hai un’impresa artigiana?”
dipendente artigiano Soggetti
No ⁠241
No No ⁠102
No ⁠59
⁠8
Totale ⁠410

3 I principali risultati

3.1 EPPI e i suoi iscritti una relazione solida

Anche l’indagine del 2023 ha voluto approfondire quali sono i canali più utilizzati da parte degli iscritti per cercare informazioni e attivare un dialogo con la Cassa.

Il sito internet è per la maggioranza degli iscritti il canale di comunicazione più utilizzato (Tabella 4). Il canale impersonale sembra in genere preferito, dato che al secondo posto troviamo l’utilizzo della posta elettronica e solo in ultima istanza il contatto telefonico.

Tabella 4: Posiziome media dei canali di comunicazione in base all’utilizzo
Voce Posizione media
Sito web ⁠1,58
Posta elettronica ⁠2
Contatto telefonico ⁠2,42

Come evidenziato nella Tabella 5, il sito web è consultato almeno una volta al mese dal 26% degli iscritti, mentre il 12,5% lo consulta almeno una volta a settimana, evidenziando come lo si possa considerare uno strumento agile per adempiere agli obblighi derivanti dall’iscrizione e per accedere ad alcuni servizi utili all’esercizio della professione. Se si confrontano questi dati con quelli rilevati nell’indagine del 2017 (solo il 21,4% lo consultava mensilmente e l’8,8% settimanalmente) emerge chiaramente come la fruibilità e l’utilità del sito internet siano aumentate nel corso del tempo.

Tabella 5: Frequenza di consultazione del sito web dell’EPPI
Risposte Soggetti %
Giornalmente ⁠34 ⁠1,2
Settimanalmente ⁠368 ⁠12,5
Mensilmente ⁠768 ⁠26
Occasionalmente ⁠873 ⁠29,6
Solo quando ho necessità di accedere a documentazione di mio interesse/adempiere agli obblighi amministrativi ⁠885 ⁠30
Mai ⁠21 ⁠0,7
Totale ⁠2.950 ⁠100

La preferenza per il sito web viene confermata anche dal giudizio in merito alla funzionalità dello strumento rispetto al canale email e telefonico (Figura 7).

Più del 93% degli iscritti dichiara di trovare il sito web funzionale alle proprie esigenze (dato leggermente migliore rispetto al 2017), quota che scende all’83% per la posta elettronica e al 76% per il contatto telefonico.

Figura 7: Iscritti EPPI che ritengono funzionale per le proprie esigenze un determinato canale di comunicazione
(a) sito internet
(b) email
(c) contatto telefonico

Entrando nel merito di alcuni specifici servizi offerti da EPPI ai suoi iscritti (Figura 8), è possibile evidenziare che, analogamente al 2017, il servizio più utilizzato e conosciuto è quello che permette di ottenere l’estratto conto contributivo online.

Lo strumento è particolamente conosciuto e utilizzato da parte dei soggetti fra 35 e 65 anni, che sono coloro che utilizzano in misura maggiore i vari strumenti messi a disposizione da EPPI.

Figura 8: Conoscenza e utilizzo dei servizi offerti da EPPI
(a) Estratto conto online
(b) Assistenza telefonica
(c) Durc online
(d) Consultazione online dello stato di avanzamento delle richieste di prestazioni
(e) Servizio DOMANDA ALL’EPPI in area riservata
(f) Social Network dell’ENTE (Facebook e Linkedin)
(g) Servizio di Video Consulto medico specialistico (MyNet.Blue)
(h) Convenzioni con Banca di Sondrio
(i) EPPI CARD
(j) Convenzioni per autonoleggio (Europcar e Arval)
(k) La Newsletter sul finanziamento europeo e consulenza sui bandi

Rispetto all’indagine del 2017, la conoscenza e l’utilizzo della procedura per l’estratto conto online non mostra valori significativamente diversi.

Anche la conoscenza e l’utilizzo dell’assistenza telefonica presenta valori analoghi al 2017, con una maggiore preferenza da parte dei soggetti di età più avanzata.

Si riscontra un aumento dell’utilizzo per altri servizi come il Durc online (passato dal 61 al 66%), la consultazione online dello stato di avanzamento delle richieste di prestazioni (dal 48 al 67%), il servizio DOMANDA ALL’EPPI in area riservata (dal 47 al 59%).

Solo un quarto degli iscritti ha usfruito dei social netowork, mentre gli altri servizi non sembrano essere ancora secondari per gli iscritti.

Considerando solo i periti industriali che hanno fruito dei servizi EPPI, l’analisi conferma il quadro positivo già deducibile dal solo livello di utilizzo. Il punteggio medio attribuito ai diversi servizi, in un ventaglio che va da 1 (totalmente negativo) a 5 (totalmente positivo) si attesta in quasi tutti i casi sopra la soglia del punteggio 4,0, che vuol dire che la maggior parte degli intervistati ha espresso un giudizio molto o totalmente positivo (Tabella 6).

L’estratto conto online, il servizio più utilizzato, mostra un giudizio medio molto alto, anche se leggermente minore rispetto al 2017, passando da un valore medio di 4,6 a 4,5.

Anche nel 2023 il servizio più apprezzato risulta essere il DURC online, che conferma un punteggio medio di 4,6.

Tutti gli altri servizi mostrano un giudizio medio tendenzialmente molto alto, superiore al 4, o comunque al livello di sufficienza pari a 3. Solo le convenzioni per l’autonoleggio sembrano essere sotto la sufficienza.

Anche se mediamente con un giudizio positivo, da non trascurare la quota di soggetti del tutto insoddisfatti del servizio di videoconsulto medico, delle convenzioni con la Banca Popolare di Sondrio, dei social network dell’Ente e del già citato servizio di autonoleggio.

Insieme al maggior utilizzo, la classe centrale di età mostra anche un maggiore apprezzamento per i servizi di cui ha usufruito.

Tabella 6: Livello di gradimento (1 = giudizio totalmente negativo; 5 = giudizio totalmente positivo) di chi ha utilizzato i servizi offerti da EPPI (valori in %)
Servizio 1 2 3 4 5 Valore medio
Durc online ⁠2,9 ⁠0,9 ⁠3,8 ⁠15 ⁠77,5 ⁠4,6
Estratto conto online ⁠2,4 ⁠1,3 ⁠6,3 ⁠24,9 ⁠65,1 ⁠4,5
Consultazione avanzamento richieste prestazioni ⁠3,3 ⁠3,4 ⁠10,6 ⁠32 ⁠50,7 ⁠4,2
DOMANDA ALL’EPPI in area riservata ⁠3,7 ⁠4 ⁠10,9 ⁠30,1 ⁠51,4 ⁠4,2
Assistenza telefonica ⁠4,7 ⁠5,8 ⁠13,4 ⁠28,6 ⁠47,6 ⁠4,1
EPPI CARD ⁠13,3 ⁠8,1 ⁠11,4 ⁠19,5 ⁠47,6 ⁠3,8
La Newsletter sul finanziamento europeo e consulenza sui bandi ⁠9,5 ⁠10,2 ⁠20,3 ⁠28,8 ⁠31,2 ⁠3,6
Video Consulto medico specialistico (MyNet.Blue) ⁠16,7 ⁠7,7 ⁠19 ⁠24,4 ⁠32,1 ⁠3,5
Convenzioni con Banca di Sondrio ⁠19,7 ⁠11,6 ⁠15,6 ⁠19,1 ⁠34,1 ⁠3,4
Social Network (Facebook e Linkedin) ⁠15,6 ⁠11,2 ⁠24,4 ⁠28,8 ⁠20 ⁠3,3
Convenzioni per autonoleggio (Europcar e Arval) ⁠27,3 ⁠14,5 ⁠20,9 ⁠20 ⁠17,3 ⁠2,9

Sempre più apprezzata l’altra modalità di informazione e comunicazione a disposizione degli iscritti alla Cassa, ossia i periodici incontri organizzati da EPPI nei vari territori (Figura 9).

Se nel 2017 ben il 67% degli intervistati aveva partecipato a tali incontri, nel 2023 questa percentuale è salita quasi al 73%.

Lo stesso livello di gradimento è salito, passando la quota di coloro che hanno trovato utili gli incontri dall’88% a quasi il 91%.

Figura 9: Incontri organizzati da EPPI sul territorio
(a) Quota di iscritti che hanno partecipato agli incontri
(b) Partecipanti che hanno li hanno trovati utili

3.2 Previdenza, assistenza, nuovo welfare

3.2.1 Conoscenza e utilizzo delle forme di assistenza sanitaria integrativa previste da EPPI

Attualmente, tutte le entità previdenziali, EPPI inclusa, mettono a disposizione degli iscritti programmi di assistenza sanitaria che si focalizzano su rischi specifici e condizioni di particolare severità.

Il livello della conoscenza di tali forme da parte degli iscritti è abbastanza elevato, sebbene la quota di chi ne ha usufruito sia in minoranza (Figura 10).

Un quinto degli iscritti non conosce la possibilità di fruire di una assistenza sanitaria integrativa per interventi chirurgici, dato in aumento rispetto alla rilevazione precedente (17%).

In generale, in linea con la precedente rilevazione, un quinto degli iscritti non conosce le altre forme di assistenza. Solo la piattaforma MyNet.Blue non è conosciuta da quasi la metà degli iscritti.

Figura 10: Conoscenza e utilizzo delle forme di assistenza sanitaria integrativa offerte da EPPI
(a) Assistenza sanitaria integrativa per interventi chirurgici
(b) Assistenza sanitaria integrativa per grave evento morboso
(c) Assistenza sanitaria integrativa per invalidità
(d) Copertura sanitaria, assistenza lungo degenza per non autosuffcienza, cd Long Term Care
(e) Servizio di check up annuale gratuito
(f) Piattaforma MyNet.Blue e servizio di video consulto medico specialistico

Rispetto all’ultima indagine emerge un importante innalzamento della quota dei soggetti che hanno usufruito delle forme di assistenza, ma che hanno avuto difficoltà di accesso. Se in precedenza solo l’assistenza sanitaria integrativa per invalidità mostrava un 27,6% di soggetti che aveva espresso difficoltà, mentre tutte le altre forme non superavano il 18%, la quota sale oltre il 20% per la gran parte delle opzioni, arrivando quasi al 38% per il servizio di check-up annuale (Figura 11).

Figura 11: Percentuale di soggetti che ha utilizzato un servizio e ha avuto difficoltà di accesso

3.2.2 Il nuovo regolamento delle Prestazioni di assistenza

A partire dal 1mo gennaio 2024 è entrato in vigore il nuovo Regolamento delle Prestazioni di assistenza.

Solo il 12,5% degli iscritti ha avuto modo di prendere visione del regolamento, ancora meno chi ha compreso il nuovo sistema a bandi.

Poco più del 4% degli iscritti ha intenzione di richiedere una prestazione assistenziale per eventi occorsi del 2023.

Figura 12: A partire dal 1° gennaio 2024, entrerà in vigore il nuovo Regolamento delle Prestazioni di Assistenza. Soggetti che hanno risposto “Sì” (%)

Pur trattandosi di una quota molto ridotta, abbiamo chiesto di specificare a questi ultimi soggetti in quali ambiti ricadono le richieste preventivate. La gran parte ricadrà in ambito sanitario.

Tabella 7: Ambito assistenziale del nuovo Regolamento per cui si intende richiedere prestazioni a partire dal 1° gennaio 2024. Erano possibili un massimo di 5 risposte.
Risposte Soggetti % Base Soggetti
Salute - Assistenza specialistica ⁠45 ⁠36,8 ⁠122
Salute - Interventi chirurgici e ambulatoriali ⁠42 ⁠34,7 ⁠122
Salute - Indennità di malattia ⁠36 ⁠29,3 ⁠122
Famiglia - Contributo in conto interessi su mutui o prestiti per acquisto o “costruzione” prima casa ⁠23 ⁠19,1 ⁠122
Famiglia - Concorso alle spese di iscrizione al nido o alla scuola d’infanzia ⁠22 ⁠17,7 ⁠122
Professione - Contributo in conto interessi per prestiti per acquisto di veicoli ad uso professionale ⁠19 ⁠15,9 ⁠122
Professione - Contributo per le spese sostenute per la formazione professionale ⁠16 ⁠13,2 ⁠122
Salute - Assistenza medica e/o infermieristica ⁠15 ⁠11,9 ⁠122
Professione - Contributo in conto interessi per mutui o prestiti per acquisto immobile destinato alla professione ⁠13 ⁠11 ⁠122
Famiglia - Contributo per nascita, affidamento od adozione ⁠13 ⁠10,2 ⁠122
Professione - Contributo in conto interessi per prestiti per acquisto di attrezzature professionali ⁠12 ⁠9,9 ⁠122
Famiglia - Contributo agli iscritti che abbiano a carico coniuge, figli od altri componenti del nucleo familiare, con un grado d’invalidità non inferiore a due terzi; ⁠12 ⁠9,5 ⁠122
Salute - Degenza in casa di cura ⁠11 ⁠8,9 ⁠122
Professione - Contributo per le spese sostenute per la certificazione delle competenze ⁠9 ⁠7,2 ⁠122
Famiglia - Contributo ad iscritti con un grado d’invalidità non inferiore a due terzi ⁠8 ⁠6,6 ⁠122
Salute - Concorso al premio assicurativo per estensione coperture ASI ⁠7 ⁠6,1 ⁠122
Salute - Assistenza domiciliare ⁠5 ⁠4 ⁠122
Famiglia - Contributo spese per acquisto od interventi sui veicoli da adibire al trasporto di soggetti con disabilità ⁠4 ⁠3,2 ⁠122
Famiglia - Contributo a tutela dei figli minori in ipotesi di decesso del genitore ⁠3 ⁠2,2 ⁠122
Famiglia - Contributo spese per interventi per l’abbattimento di barriere architettoniche ⁠3 ⁠2,3 ⁠122
Professione - Contributo per le indennità riconosciute ai praticanti durante il tirocinio professionale ⁠2 ⁠1,8 ⁠122
Famiglia - Concorso alle spese funerarie per decesso dell’iscritto, del coniuge o dei figli fiscalmente a carico ⁠1 ⁠0,5 ⁠122

Nota: la somma delle percentuali potrebbe non essere 100 a causa della possibilità di fornire più risposte.

3.2.3 Valutazione sulla Cassa

Analogamente alla rilevazione del 2017 emerge una quota molto alta di soggetti che non è in grado di esprimere un’opinione sul sistema previdenziale garantito da EPPI rispetto a quello previsto presso altri enti previdenziali (Figura 13).

Tuttavia, tra chi ha dato una risposta emerge un importante apprezzamento, con un leggero miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (la percentuale di chi ha risposto migliore sale dal 25,6 al 29,3).

Figura 13: Opinione sul sistema previdenziale garantito da EPPI rispetto a quello garantito da altri enti previdenziali

Tale incremento del giudizio positivo si nota anche quando si chiede il livello di soddisfazione nei confronti del complesso dei servizi offerti (Figura 15).

La percentuale di chi si dichiara molto soddisfatto sale dal 12,6 al 16,9.

La minore soddisfazione si riscontra tra gli ultra 65enni, al Sud e tra chi non è più attivo.

Figura 14: Soddisfazione del complesso dei servizi, delle convenzioni e delle prestazioni di assistenza messi a disposizione dell’EPPI, al di là della sua funzione di previdenza obbligatoria
Figura 15: Soddisfazione del complesso dei servizi, delle convenzioni e delle prestazioni di assistenza messi a disposizione dell’EPPI, al di là della sua funzione di previdenza obbligatoria
(a) per Classe di età (%)
(b) per Area geografica (%)
(c) per Posizione lavorativa (%)

3.2.4 Il welfare che vorrei

Invitati a dare un ordine di priorità agli ambiti su cui EPPI dovrebbe intensificare la propria azione a favore degli iscritti, gli intervistati hanno posto più in alto il tema dell’assistenza sanitaria integrativa e al secondo posto il sostegno alla professione (Tabella 8).

Nella rilevazione del 2017, dove però la domanda non richiedeva di ordinare le risposte, ma solo di scegliere quelle più importanti senza fare ulteriori approfondimenti, le due risposte erano invertite, seppure molto simili.

Tabella 8: Ambiti su cui EPPI dovrebbe intensificare la sua azione in favore degli iscritti
Voce Posizione media
Assistenza sanitaria integrativa, in generale ⁠2,95
Sostegno all’attività professionale, in generale ⁠3,31
Avvicinamento dei giovani alla professione ⁠4,5
Azioni di sostegno al reddito per gli iscritti in difficoltà, per flessione/interruzione dell’attività professionale ⁠4,54
Tutela più estesa al fine di sostenere i bisogni delle famiglie (maternità/paternità, servizi per i figli) ⁠4,62
Azioni di sostegno e assistenza sul tema della fragilità e non autosufficienza ⁠4,84
Contributi per acquisto/noleggio di beni e strumenti funzionali alla libera professione ⁠5
Iniziative dedicate ai soli pensionati non in attività ⁠6,24

Anche nel 2023 circa il 67% dei soggetti è favorevole a uno sviluppo dell’offerta di EPPI in materia di convenzioni con assicurazioni per i rischi professionali. In generale aumenta la richiesta di convenzioni in materia di assicurazioni per RCA, vita e casa, mentre sembrano destare meno interesse le altre soluzioni (Figura 16).

Figura 16: Utilità dello sviluppo ulteriore dell’offerta EPPI di convenzioni di varia natura, % di soggetti favorevoli

3.3 Identità dei professionisti: passione, competenze e autonomia

Come già evidenziato nell’indagine del 2017, il sistema valoriale dei periti industriali liberi professionisti iscritti all’EPPI ruota essenzialmente intorno a concetti quali autonomia, competenza, innovazione e passione (Figura 17). Tra i principali aspetti positivi della professione si confermano l’autonomia e l’indipendenza che continuano a raccogliere le quote maggiori di accordo (56,7%), seguiti dalla convinzione di agire in un ambito professionale particolarmente dinamico (41,8%). A questi profili si affiancano elementi più centrati sulla propria persona, come il poter restare attivi anche avendo un’età avanzata (31,0%) o il vedersi riconosciuti capacità e merito (16,8%).

Competenze e innovazione si confermano i valori più importanti della professione, in cui si riconosce il 71,2% dei rispondenti (Figura 18).

Tra i fattori che hanno portato alla scelta della professione si ripropone l’aspetto dell’autonomia (39,1%), superato solo dalla passione per il tipo di lavoro (50,2%). Tutti gli altri fattori sono indicati da percentuali molto più contenute di rispondenti (Figura 19). Circa un quarto degli intervistati ha dichiarato che la scelta di svolgere la professione di perito industriale è dovuta a circostanza casuali e al verificarsi di alcune coincidenze positive (20,5%).

Figura 17: Principali aspetti positivi della professione (possibili due risposte)
Figura 18: I valori più importanti della professione
Figura 19: Fattori più importanti nel raggiungere l’attuale/ultima condizione professionale (possibili due risposte)

3.4 Resistere alla crisi, guardare oltre

La netta prevalenza dei periti industriali conferma di avere come bacino di riferimento per l’attività professionale la dimensione locale, cittadina o al massimo provinciale (62,0%). Segue un 23,1% che allarga il proprio operato all’intera regione. Di contro, continua a essere limitata la percentuale dei liberi professionisti che da dichiarato di avere un orizzonte lavorativo nazionale (12,7%) e internazionale (2,2%).

Tabella 9: Mercato di riferimento degli iscritti attivi, in base alla distribuzione del fatturato
Mercato di riferimento % media
Locale (cittadino e provinciale) ⁠62
Regionale ⁠23,1
Nazionale ⁠12,7
Internazionale ⁠2,2

Gli ultimi due anni sembrano essere stati molto positivi per la categoria data la prevalenza di intervistati che hanno dichiarato di aver visto aumentare il proprio fatturato. La ripresa delle attività economiche post pandemia ha quindi beneficiato in modo significativo anche la categoria dei periti industriali (Figura 20).

Figura 20: Negli ultimi 2 anni, il tuo fatturato è

La distribuzione per classi di età da conto di risultati particolarmente positivi tra i professionisti con una età pari o inferiore a 34 anni per i quali la percentuale di intervistati che ha dichiarato di aver visto incrementare il proprio fatturato negli ultimi 2 anni si è attestata a 56,8%; risultati molto positivi si sono registrati anche nella classe di età 34-64 anni, con il tasso di soggetti che ha risposto di aver conseguito un aumento del fatturato pari a 54,8%. Risultati in controtendenza per i professionisti con età pari o superiore a 65 anni tra i quali è invece prevalente la percentuale di soggetti che ha dichiarato che negli ultimi due anni ha conseguito un fatturato stabile rispetto agli anni precedenti (36,3%); tra questi ultimi soltanto il 31,3% ha dichiarato di aver registrato un aumento del volume d’affari. Tale positiva dinamica ha interessato tutte le aree geografiche del paese anche se è stata più marcata al Centro e nel Nord-est dove le percentuali si sono attestate, rispettivamente, a 52,4% e a 51,3%. Nel Nord-ovest e nel Sud-isole, per percentuali sono comunque poco al di sotto del 50%.

Figura 21: Negli ultimi 2 anni, il tuo fatturato è
(a) per classe di età
(b) per area geografica

Rispetto alla rilevazione precedente appare notevolmente mutato il profilo delle preoccupazioni che contraddistinguono l’attività professionale. Se infatti la principale fonte di preoccupazione era rappresentata dal mancato o ritardato pagamento degli onorari professionali (49,3%), a distanza di pochi anni al vertice delle problematiche si situa il peso crescente dei costi degli adempimenti amministrativi, burocratici e fiscali (34,6%).

Tale evidenza è particolarmente significativa per gli intervistati con età fino a 34 anni (41,5%) e tra 35 e 64 anni (42,7%).

A conferma delle difficoltà che derivano dal contesto regolamentare cui sono soggetti i liberi professionisti giova ricordare che una quota non trascurabile di intervistati ha indicato come fattore problematico la difficoltà di stare al passo con l’evoluzione normativa (10,8%, che sale al 18,5% per gli iscritti fino a 34 anni e 11,9% per chi ha 35-64 anni).

Le problematiche di natura economica rimangono comunque significative: tra i professionisti con al più 34 anni il 40,5% delle risposte ha fatto riferimento al mancato/ritardato pagamento da parte dei clienti e un ulteriore 19,8% ha chiamato in causa l’aumento della concorrenza sleale da parte di soggetti che operano in nero e senza i necessari requisiti legali per poter svolgere la professione di perito industriale. Non dissimile la situazione tra coloro che hanno una età compresa tra 35 e 64 anni: anche in questo caso il 35,3% delle risposte ha fatto riferimento ai problemi nel ritardo degli onorari professionali e un ulteriore 20,2% ha indicato pratiche concorrenziali sleali.

Da ultimo si evidenzia come tra gli ultrasessantacinquenni, nel 9,7% dei casi sia stato messo in evidenza il fatto che nell’ultimo biennio non si siano verificati elementi rilevanti che abbiamo inciso sulla professione.

Figura 22: I problemi economici e di salute affrontati dagli iscritti negli ultimi due anni (sono riportati i primi sei, valori in %)
Figura 23: I problemi economici e di salute affrontati dagli iscritti negli ultimi due anni, per classe di età (sono riportati i primi sei, valori in %)
(a) fino a 34 anni
(b) 35-65 anni
(c) oltre 65 anni

Il positivo andamento economico dell’ultimo biennio ha influenzato in modo significativo i giudizi sull’attuale fase professionale (Figura 24). Se nel 2017 il 44,7% degli intervistati aveva definito la propria condizione lavorativa molto o abbastanza critica, nell’ultima rilevazione tale percentuale si è ridotta al 18,9%; di contro coloro che hanno espresso aspettative ottimistiche (molto positiva o positiva) sono pari a 43,7% mentre nella precedente rilevazione erano stati pari a 20,9%. Il 37,5% considera la propria condizione lavorativa stabile rispetto al precedente biennio, in linea con il 2017.

L’analisi delle risposte per classi di età rivela un giudizio positivo da parte degli intervistati più giovani rispetto a quelli più anziani. In particolare, coloro che hanno dichiarato di attraversare una situazione positiva o molto positiva rispetto al passato sono pari a 50,3% tra gli intervistati con età fino a 34 anni a fronte del 28,9% tra coloro che hanno 65 anni e più.

La distribuzione per area geografica non si discosta nella sostanza da quella totale, va comunque segnalato che le risposte più positive si registrano nelle regioni settentrionali, viceversa nel Sud-isole si registra la percentuale più alta di coloro che hanno indicato di stare attraversando una congiuntura molto critica (8,5% delle risposte, il doppio rispetto al dato medio 4,7%).

Figura 24: Come gli iscritti descrivono la propria condizione al momento dal punto di vista professionale (valori in %)
(a) per classe di età
(b) per area geografica

3.4.1 Le preoccupazioni per il futuro

I giudizi positivi sugli ultimi due anni non sembrano suscitare aspettative altrettanto positive per il prossimo biennio dato che il 56,8% degli intervistati ha dichiarato che tra due anni la sua condizione professionale sarà uguale a quella attuale (Figura 25). La distribuzione per classi di età, tuttavia, ancora una volta segnala aspettative molto diverse tra i professionisti più giovani e quelli più anziani. Tra i primi (età fino a 34 anni), infatti, coloro che hanno dichiarato di attendersi un miglioramento è par al 50,3%, di contro tra coloro con 65 anni e più ben il 68% ha dichiarato che la situazione rimarrà invariata rispetto a quella attuale e il 21,2% ha dichiarato di attendersi un peggioramento nel prossimo biennio. Non si apprezzano differenziazioni significative tra la distribuzione per area geografica e quella totale.

Figura 25: Cosa gli iscritti pensano farà la propria condizione professionale tra due anni
(a) per classe di età
(b) per area geografica
(c) in base alla situazione attuale

Al vertice delle preoccupazioni per il futuro del periti industriali si situa il tema della malattia/non autosufficienza che è stato indicato dal 45,1% degli intervistati; il profilo dell’adeguatezza pensionistica è stato segnalato soltanto dal 26,7% degli intervistati. Altre problematiche quali la contrazione dei redditi da lavoro (13,2%), la disoccupazione/mancanza di lavoro (8,8%) e la concorrenza sleale (6,3%) sembrano avere una rilevanza più contenuta (Figura 26).

Non sorprende che il tema della malattia/non autosufficienza appaia particolarmente rilevante per i soggetti con 65 anni e più (64,8%) e la sua importanza decresca al diminuire dell’età. La dinamica opposta caratterizza invece il tema dell’adeguatezza delle pensioni, rilevante per il 23,6% degli intervistati fino a 34 anni e per il 17,1% di coloro che hanno 65 anni e più. Da ultimo va evidenziato che le preoccupazioni legate all’attività professionale (contrazione dei redditi, mancanza di lavoro, concorrenza sleale) tendono ad essere rilevanti per i lavoratori più giovani per poi perdere di significatività al crescere dell’età degli intervistati. Non si apprezzano differenziazioni significative tra la distribuzione per area geografica e quella totale.

Figura 26: Maggiore preoccupazione per il futuro
(a) per classe di eta
(b) per area geografica

È stato chiesto agli intervistati di esprimersi su quello che l’EPPI dovrebbe fare per supportare la professione del perito industriale mettendo in ordine di priorità (1: azione più importate; 11: azione meno importante) una serie di opzioni. Come nella precedente rilevazione, emerge forte la richiesta dell’attuazione di politiche volte a valorizzare il ruolo professionale del perito industriale (posizione media 3,5). Da non trascurare anche la richiesta all’ente di impegnarsi in campagne di comunicazione per diffondere la conoscenza e l’immagine del perito industriale nella società (posizione media 4,69). Vanno inoltre segnalati l’interesse per il tema della formazione (supportare la formazione continua dei professionisti, posizione media 5,1) e la richiesta di un più corte impegno con i decisori pubblici al fine di diffondere la conoscenza e l’immagine del perito industriali (posizione media 5,32%).

Tabella 10: Cosa dovrebbe fare EPPI per supportare la professione di perito industriale, in ordine di importanza
Voce Posizione media
Valorizzare il ruolo professionale del perito industriale ⁠3,5
Diffondere la conoscenza e l’immagine del perito industriale nella società ⁠4,69
Supportare la formazione continua dei professionisti ⁠5,1
Diffondere la conoscenza e l’immagine del perito industriali tra i decisori pubblici ⁠5,32
Potenziare la logica di multidisciplinarietà dell’organizzazione del lavoro professionale ⁠6,25
Favorire il ricambio generazionale ⁠6,35
Potenziare le infrastrutture tecnologiche per l’attività di studio e per i rapporti con gli Enti ⁠6,43
Creare occasioni d’integrazione con il mondo dell’Università, per rendere l’offerta formativa più funzionale alle esigenze del mercato ⁠6,53
Aumentare l’offerta di welfare per sostenere i periti che si trovano in situazioni di difficoltà ⁠6,77
Favorire la crescita dimensionale di strutture, per presidiare meglio il mercato ⁠7,1
Supportare i periti industriali nell’esercitare la professione all’estero ⁠7,97

4 La previdenza complementare

L’indagine del 2023 ha introdotto una novità di particolare rilevanza, approfondento il la conoscenza dei professionisti in merito alla previdenza complementare, esplorando opinioni e intenzioni per il futuro.

Attraverso l’analisi dei dati raccolti in questa indagine, si esplorano le percezioni, le aspettative e eventuali piani futuri dei periti industriali in merito alle necessità al pensionamento e le azioni intraprese per il mantenimento di un tenore di vita adeguato.

4.1 Aspettative sul pensionamento

Interrogati sugli anni mancanti al pensionamento, coerentemente con la distribuzione per età della popolazione, la maggioranza dei soggetti si attende un pensionamento entro quindici anni (Figura 27).

Figura 27: Anni mancanti al pensionamento (valori in %)

Gran parte dei periti dichiara di conoscere, almeno a grandi linee, il totale dei contributi versati all’EPPI (Figura 28).

Tale conoscenza si rivela più elevata per i soggetti più anziani, dimostrando come all’avvicinarsi del pensionamento l’attenzione nei confronti della Cassa si fa più importante.

Non si notano, invece, grandi differenze a livello territoriale.

Figura 28: Conoscenza dell’ammontare complessivo dei contributi versati a EPPI (valori in %)
(a) per classe di eta
(b) per area geografica

La classe di età e il bisogno sempre meno latente influenzano anche la conoscenza riguardo l’ammontare della pensione che si potrà ottenere da EPPI. A livello territoriale si nota una minore conoscenza nelle regioni del Centro-Sud e nelle Isole (Figura 29).

Figura 29: Conoscenza dell’ammontare della pensione futura di EPPI (valori in %)
(a) per classe di eta
(b) per area geografica

Meno diretto il legame tra età e aspettativa sulla capacità di mantenere lo stesso tenore di vita dopo il pensionamento (Figura 30).

I più pessimisti sembrano infatti essere i soggetti fra i 35 e i 65 anni, mentre i più anziani, che sono anche coloro che si ritengono più informati sulla pensione futura, mostrano una maggiore fiducia sul mantenere lo stesso tenore di vita anche da pensionati.

La conoscenza dell’ammontare futuro di pensione sembra portare maggiore ottimismo, come dimostrato anche dalla distribuzione territoriale: lavoratori del Nord sono più ottimisti, ma sono anche coloro che dichiaravano di conoscere meglio la futura copertura di EPPI.

Figura 30: Previsione del tenore di vita dopo il pensionamento rispetto all’attuale (valori in %)
(a) per classe di eta
(b) per area geografica

4.2 Opinioni sulla previdenza complementare

La maggioranza dei periti dichiara di non conoscere abbastanza il funzionamento della previdenza complementare (Figura 31). La conoscenza dichiarata sembra essere più scarsa tra i soggetti più anziani (e in parte tra i giovani) e nel Centro-Sud.

Figura 31: Valutazione del proprio grado di conoscenza della Previdenza Complementare (valori in %)
(a) per classe di eta
(b) per area geografica

Tuttavia, quasi la metà dei periti dichiara di aver attivato almeno una forma di previdenza complementare (Figura 32). I meno attivi in tal senso risultano essere i giovani e la forma maggiormente utilizzata è il PIP, che attira circa il doppio degli interessati rispetto al più conveniente fondo pensione aperto.

Figura 32: Forme complementari in essere (possibili più risposte, valori in %)
(a) Tutti
(b) fino a 34 anni
(c) 35-65 anni
(d) oltre 65 anni

Sebbene un quarto dei rispondenti non saprebbe indicare un proprio interesse nei confronti di un fondo pensione proposto da EPPI, tra chi è in grado di esprimere un’opinione si percepisce un interesse, seppur probabile, verso questa forma di copertura (Figura 33). Non residuale la quota di chi dichiara di non avere alcun interesse: 12,4%.

Figura 33: Interesse ad aderire a un fondo pensione proposto da EPPI

Tre quarti di coloro che mostrano interesse verso un fondo pensione proposto da EPPI e che hanno già una forma di previdenza complementare attiva ritengono di non abbandonare la scelta effettuata in precedenza, ma di far convivere i due strumenti (Figura 34).

Figura 34: Modalità di adesione per chi è già aderente a un fondo pensione e si è mostrato interessato a un fondo proposto da EPPI

Invitati a ordinare le possibili ragioni per un’adesione alla previdenza complementare, i periti non hanno individuato una motivazione nettamente più forte delle altre (Tabella 11). Nessuna infatti ha mediamente raggiunto la prima posizione. Tuttavia, l’ulteriore copertura previdenziale e la necessità di assicurare una maggiore tutela per la propria famgilia sembrano essere i principali driver, seguiti da elementi più legati alla convenienza o alla sicurezza dell’investimento.

Tabella 11: Ragioni che hanno spinto o spingerebbero ad aderire a un fondo pensione in ordine di importanza
Voce Posizione media
La possibilità di percepire una pensione aggiuntiva quando smetterò di lavorare ⁠2,32
Maggiore tutela propria o della famiglia ⁠2,93
I maggiori vantaggi fiscali ⁠3,18
La maggiore sicurezza rispetto ad altre forme di investimento ⁠3,29
Semplicità e convenienza del piano previdenziale offerto ⁠3,73
Le maggiori opportunità di guadagno ⁠4,19
Senso di appartenenza alla mia categoria ⁠4,84
Hanno aderito anche altri colleghi ⁠5,76

Il rendimento prodotto dall’investimento in un fondo pensione e le opzioni per accedere alle prestazioni si rivelano essere gli argomenti di maggiore interesse per i periti industriali (Figura 35). Anche il tema della fiscalità desta un certo interesse.

Figura 35: Contenuti della Previdenza Complementare che si vorrebbe conoscere meglio.

A tal proposito, solo il 36% dei soggetti dichiara di conoscere il particolare regime fiscale dei fondi pensione, mentre la gran parte ne ha solo sentito parlare (Figura 36).

Figura 36: Conoscenza dei benefici fiscali legati alla previdenza complementare

Due terzi circa dei periti mostra un accordo sulla possibilità di estendere il fondo pensione anche ai famigliari e ai collaboratori (Figura 37).

Figura 37: Accordo con la possibilità che il fondo complementare possa essere esteso a famigliari e collaboratori

Tra coloro che hanno collaboratori, circa la metà sarebbe anche disposto a versare una contribuzione al fondo pensione per la loro previdenza complementare (Figura 38).

Figura 38: Disponibilità a sostenere, con una minima contribuzione costante fiscalmente deducibile, la previdenza complementare dei collaboratori

5 Conclusioni

L’indagine campionaria sugli iscritti a EPPI svolta nel 2023 ha mostrato una maggiore partecipazione rispetto alla precedente edizione, con un incremento di interviste di circa 450 individui, evidenziando un’evoluzione della popolazione, da un lato, e portando interessanti conferme (Tabella 2).

I dati hanno mostrato un incremento della quota di laureati rispecchiando una crescente valorizzazione dell’istruzione superiore nel campo della perizia industriale (Figura 2).

Il sito internet resta lo strumento più utilizzato per comunicare con EPPI e raccogliere informazione (Tabella 4) e, analogamente al 2017, il servizio più utilizzato e apprezzato è quello che permette di ottenere l’estratto conto contributivo online (Figura 8). Sebbene non siano quelli più utilizzati, altri servizi come il Durc online, la consultazione online dello stato di avanzamento delle richieste di prestazioni e il servizio DOMANDA ALL’EPPI in area riservata hanno mostrato un maggior interesse e apprezzamento da parte degli iscritti rispetto al 2017 (Tabella 6).

Sempre più apprezzati i periodici incontri organizzati da EPPI nei vari territori, che hanno visto un incremento della partecipazione e gradimento nel corso degli anni (Figura 9).

Fra le criticità da non sottovalutare, rispetto all’ultima indagine, emerge un importante innalzamento della quota dei soggetti che hanno usufruito delle forme di assistenza, ma che hanno avuto difficoltà di accesso (Figura 11). Inoltre anche nel 2023 si riscontra una quota importante di soggetti che non è in grado di esprimere un’opinione sul sistema previdenziale garantito da EPPI rispetto a quello previsto presso altri enti previdenziali (Figura 13). Tuttavia, tra chi ha dato una risposta emerge un importante apprezzamento, con un leggero miglioramento rispetto alla precedente rilevazione (Figura 15).

Così come nel 2017, l’assistenza sanitaria integrativa e il sostegno all’attività professionale rappresentano gli ambiti su cui EPPI dovrebbe concentrare le proprie attività a favore dei propri iscritti (Tabella 8). Più di due terzi degli iscritti, inoltre, gradirebbe uno sviluppo dell’offerta di EPPI in materia di convenzioni con assicurazioni per i rischi professionali (Figura 16).

Come già evidenziato nell’indagine del 2017, i valori che guidano maggiormente i periti industriali nella loro professione sono l’autonomia, la competenza, l’innovazione e la passione (Figura 18).

Rispetto alle preoccupanzioni sull’attività professionale, invece, se nel 2017 la principale fonte di preoccupazione era rappresentata dal mancato o ritardato pagamento degli onorari professionali, oggi al vertice delle problematiche, in particolare per i giovani e gli anziani, si situa il peso crescente dei costi degli adempimenti amministrativi, burocratici e fiscali (Figura 22).

Al contempo, se nel 2017 quasi la metà degli intervistati aveva definito la propria condizione lavorativa molto o abbastanza critica, nell’ultima rilevazione tale quota è scesa sotto il 20% (Figura 24).

Se si sposta lo sguardo al futuro, la maggiore preoccupazione dei periti industriali è la malattia/non autosufficienza, seguito dall’adeguatezza pensionistica (Figura 25).

Nell’ultima rilevazione è stato introdotto il tema della previdenza complementare, ancora poco conosciuto dagli intervistati (Figura 31), sebbene la quota di professionisti che ha attivato un fondo pensione non sia trascurabile (circa la metà, (Figura 32)). Elevata anche la quota di periti che esprime interesse verso un fondo pensione promosso da EPPI, dimostrando come una maggiore attenzione per questa forma di copertura sia da prendere in considerazione (Figura 33).