IL PENSIONAMENTO

Arriva il momento in cui ciò che abbiamo accumulato

rende. Anche più sereni.

Andare in pensione significa potersi dedicare completamente a sé e ai propri interessi. Secondo il percorso più naturale, l'Eppi eroga la pensione di vecchiaia a chi ha compiuto 65 anni e ha maturato sul proprio conto almeno 5 annualità di contribuzione (requisiti minimi necessari). Ci sono due eccezioni, però. La prima riguarda chi ha almeno 57 anni, ha accreditato almeno 5 annualità di contribuzione e contemporaneamente ha cessato la libera professione e l'importo calcolato dell'assegno pensionistico non risulti inferiore a 1,3 volte l'assegno sociale cioè pari a 694,73 € mensili (per l’anno 2024). La seconda, invece, è indipendente dall'età e riguarda chi ha accreditato 40 annualità di contribuzione, ha cessato la libera professione e gode di un assegno pensionistico non inferiore a 1,3 volte l'assegno sociale, pari a 694,73 € mensili (per l’anno 2024).
Inoltre, in forza del Regolamento per l’attuazione delle attività di previdenza entrato in vigore dal 2024, il limite minimo dell’assegno pensionistico è stato innalzato a 1,4 l’assegno sociale per il 2025, e 1,5 volte dal 2026 in poi.


La pensione di vecchiaia va richiesta presentando on line il modello Pensione di vecchiaia (EPPI 010) e decorre, a scelta dell'iscritto, dal mese successivo alla presentazione della domanda, oppure dal mese successivo a quello in cui si raggiungono i requisiti minimi necessari.


L'Eppi prevede anche le altre classiche forme pensionistiche, quali quelle di inabilità, reversibilità e l'assegno di invalidità.


LA CONTRIBUZIONE

Contributo soggettivo, contributo integrativo e contributo di maternità

Perché la fine dell'attività professionale sia l'obiettivo di un impegno portato avanti per anni con passione e responsabilità, occorre aver costruito nel tempo un adeguato salvadanaio contributivo attraverso il versamento di una parte del reddito. Parliamo del cosiddetto contributo soggettivo, obbligatorio per tutti i periti industriali liberi professionisti. Tale contributo, infatti, è destinato alla formazione del montante previdenziale e costituisce la base per determinare la pensione.
La percentuale del contributo soggettivo è pari al 18% del reddito professionale netto da lavoro autonomo che può essere aumentata volontariamente fino al 35%.
Scegliere una maggiore aliquota e dunque versare un contributo maggiore permette di godere di una maggiore deducibilità fiscale e di aumentare il montante individuale per una pensione più adeguata. L’opzione dell’aliquota va indicata nella dichiarazione dei redditi che bisogna presentare ogni anno. La scelta vincola per un solo anno: è possibile, cioè, cambiare aliquota e scegliere anno per anno quella più adatta alla propria capacità di reddito.
Esistono comunque un limite massimo e un limite minimo di versamento, che variano entrambi anno per anno.
Per l’anno 2024 il contributo soggettivo minimo è pari a € 2.340,00, qualora il reddito professionale sia pari o inferiore a € 13.000,00, mentre il massimale di reddito su cui il contributo deve essere determinato è di € 119.650,00.
Il contributo soggettivo è deducibile fiscalmente.

Il contributo integrativo, invece, è finalizzato al sostegno delle spese di gestione dell'Eppi nonché all'importante attività di supporto agli iscritti in condizioni di bisogno. Inoltre, parte di esso viene destinato da Eppi all’incremento dei montanti previdenziali, così da garantire un miglior trattamento pensionistico.
La percentuale del contributo integrativo che il perito industriale deve applicare nel documento fiscale è pari al 5%.
Anche in questo caso, esiste un limite minimo diverso anno per anno: per il 2024 è pari a € 650,00, con un volume d’affari pari o minore di € 13.000,00.
Dal 25 febbraio 2019 il contributo integrativo al 5% si applica anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Il contributo integrativo non è deducibile fiscalmente, ad eccezione di alcuni casi particolari.
I valori dei redditi e dei contributi minimi sono annualmente adeguati in base alla variazione dell’indice ISTAT – FOI.

Infine, è previsto il contributo di maternità per sostenere le neomamme o i neopapà professionisti iscritti all'Ente. I neopapà hanno diritto all’indennità di maternità solo in caso di adozione e di rinuncia della moglie.
La misura del contributo è annualmente determinata dal Consiglio d’Amministrazione sulla base delle disposizioni di cui all’articolo 83 del decreto legislativo 151/2001. Il contributo finanzia anche la cosiddetta “gravidanza a rischio” e l’integrazione di tre mensilità per le libere professioniste o i neopapà in presenza di specifiche condizioni reddituali.
Il contributo di maternità è deducibile fiscalmente.



Le pubbliche amministrazioni possono effettuare on line la richiesta di rilascio del certificato di regolarità contributiva per gli iscritti Eppi. Occorrerà chiedere un codice attivazione indicando l'indirizzo mail PEC dell’ufficio richiedente: se lo stesso è presente nell’IPA, la richiesta di attivazione sarà immediata, diversamente gli uffici lo verificheranno ed abiliteranno la pubblica amministrazione.

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