LA CONTRIBUZIONE
Contributo soggettivo, contributo integrativo e contributo di maternità
Perché la fine dell'attività professionale sia l'obiettivo di un impegno portato avanti per anni con passione e responsabilità, occorre aver costruito nel tempo un adeguato salvadanaio contributivo attraverso il versamento di una parte del reddito. Parliamo del cosiddetto contributo soggettivo, obbligatorio per tutti i periti industriali liberi professionisti. Tale contributo, infatti, è destinato alla formazione del montante previdenziale e costituisce la base per determinare la pensione.
La percentuale del contributo soggettivo è pari al 18% del reddito professionale netto da lavoro autonomo che può essere aumentata volontariamente fino al 26% per l’anno contributivo 2023 e fino al 35% per l’anno contributivo 2024.
Scegliere una maggiore aliquota e dunque versare un contributo maggiore permette di godere di una maggiore deducibilità fiscale e di aumentare il montante individuale per una pensione più adeguata. L’opzione dell’aliquota va indicata nella dichiarazione dei redditi che bisogna presentare ogni anno. La scelta vincola per un solo anno: è possibile, cioè, cambiare aliquota e scegliere anno per anno quella più adatta alla propria capacità di reddito.
Esistono comunque un limite massimo e un limite minimo di versamento, che variano entrambi anno per anno.
Per l’anno 2023 il contributo soggettivo massimo è pari a € 15.348,56, mentre quello minimo a € 2.018,88, qualora il reddito professionale sia pari o inferiore a € 11.216,00.
Per l'anno 2024, con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, non sussiste più il limite massimo di contributo soggettivo, ma solo il massimale di reddito su cui il contributo deve essere determinato che è di € 119.650,00. Il contributo soggettivo minimo è pari a € 2.340,00, qualora il reddito professionale sia pari o inferiore a € 13.000,00.
Il contributo soggettivo è deducibile fiscalmente.
Il contributo integrativo, invece, è finalizzato al sostegno delle spese di gestione dell'Eppi nonché all'importante attività di supporto agli iscritti in condizioni di bisogno. Inoltre, parte di esso viene destinato da Eppi all’incremento dei montanti previdenziali, così da garantire un miglior trattamento pensionistico.
La percentuale del contributo integrativo che il perito industriale deve applicare nel documento fiscale è pari al 5%.
Anche in questo caso, esiste un limite minimo diverso anno per anno: per il 2023 il contributo integrativo minimo è pari a € 560,80 con un volume d'affari pari o minore di € 11.216,00; per il 2024 è pari a € 650,00, con un volume d’affari pari o minore di € 13.000,00.
Dal 25 febbraio 2019 il contributo integrativo al 5% si applica anche nei confronti delle pubbliche amministrazioni.
Il contributo integrativo non è deducibile fiscalmente, ad eccezione di alcuni casi particolari.
Infine, è previsto il contributo di maternità per sostenere le neomamme o i neopapà professionisti iscritti all'Ente. I neopapà hanno diritto all’indennità di maternità solo in caso di adozione e di rinuncia della moglie.
La misura del contributo è annualmente determinata dal Consiglio d’Amministrazione sulla base delle disposizioni di cui all’articolo 83 del decreto legislativo 151/2001.
Il contributo di maternità è deducibile fiscalmente.
Le pubbliche amministrazioni possono effettuare on line la richiesta di rilascio del certificato di regolarità contributiva per gli iscritti Eppi. Occorrerà chiedere un codice attivazione indicando l'indirizzo mail PEC dell’ufficio richiedente: se lo stesso è presente nell’IPA, la richiesta di attivazione sarà immediata, diversamente gli uffici lo verificheranno ed abiliteranno la pubblica amministrazione.
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